Ecosistemi

Conoscere meglio e proteggere gli ecosistemi acquatici

I corpi idrici per l’essere umano sono molto più di semplici fornitori di acqua potabile: raffrescano le nostre città e ci proteggono dalle inondazioni, servono per la produzione di energia, per la pesca e la navigazione, oltre a essere preziosi spazi ricreativi. Anche per la natura sono fondamentali. Le nostre attività però mettono a repentaglio fiumi, laghi e acque di falda. La Eawag con la sua attività di ricerca contribuisce a una migliore comprensione, a una gestione sostenibile nonché a una migliore tutela degli ecosistemi acquatici.

Un habitat complesso

Gli ecosistemi acquatici sono caratterizzati da determinate proprietà chimiche e fisiche. Una complessa interazione di svariati fattori come la temperatura dell'acqua, le condizioni di deflusso, il contenuto di ossigeno e di nutrienti o il pH influenzano i processi e la vita nelle acque. La Eawag studia le conseguenze dell’apporto di sostanze inquinanti, dell’utilizzo intensivo dell’energia idrica, delle edificazioni e del cambiamento climatico a opera dell’uomo sulle condizioni naturali e sui cicli negli ecosistemi acquatici.

Capire come reagiscono le biocenosi

Nei corpi idrici vivono non solo pesci, crostacei e molluschi. Anche tanti uccelli, alcuni mammiferi e numerosi insetti, che trascorrono lo stadio larvale in acqua, popolano questo habitat. Essi sono parte integrante di una rete trofica che si estende ben oltre il corpo idrico. La biodiversità negli ecosistemi acquatici è quindi molto importante, ed è in pericolo. La Eawag sta studiando gli effetti causati alle biocenosi ai bordi dell’acqua e in acqua da specie invasive come la cozza quagga, da sostanze inquinanti come pesticidi o farmaci e da altri fattori di stress ambientale.

Dalla misurazione fino alla valutazione d’impatto

Per proteggere meglio gli ecosistemi acquatici, occorrono in primo luogo dati affidabili al riguardo. La Eawag sviluppa e sperimenta diversi metodi per il rilevamento dello stato dei corpi idrici e dei relativi organismi viventi. Per questo vengono utilizzati ad esempio dati satellitari, DNA ambientale, un impianto sperimentale di stagni e diversi strumenti di misurazione. I dati misurati servono come base per i modelli che consentono di stimare lo sviluppo futuro degli ecosistemi acquatici. I risultati confluiscono in concetti per la gestione sostenibile dei corpi idrici o per la rivitalizzazione dei fiumi e servono anche alla valutazione d’impatto delle misure in atto.