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Si stima che quattro miliardi di persone non abbiano accesso all’acqua potabile e sicura

15 agosto 2024 | Barbara Vonarburg

Secondo un recente studio sotto la direzione dei ricercatori e delle ricercatrici Eawag, più della metà della popolazione mondiale non ha accesso all’acqua potabile e sicura. Questo è dimostrato da una mappa globale che i ricercatori e le ricercatrici hanno redatto con l’ausilio dell’apprendimento automatico a fronte di dati rilevati con censimenti delle famiglie e dati sulla base di osservazioni della terra.

L’accesso all'acqua potabile è un diritto di tutte le persone e uno degli obiettivi delle Nazioni Unite per uno sviluppo sostenibile. Per più di metà della popolazione mancano però i dati su quante persone possono usufruire dell’acqua potabile e sicura. «Con il nostro lavoro vogliamo contribuire a colmare questa lacuna a livello informativo», afferma Esther Greenwood, dottoranda presso la Eawag e autrice principale di questo studio che è stato finanziato dal Fondo nazionale svizzero e pubblicato sulla rivista «Science». I ricercatori e le ricercatrici della Eawag hanno sviluppato modelli per valutare l’accesso all’acqua potabile e sicura in 135 Paesi con redditi bassi e medi, avvalendosi della cooperazione dell’ETH di Zurigo, del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), dell’Organizzazione mondiale per la sanità (OMS), dell’Istituto tropicale e di salute pubblica svizzero e dell’Università di Basilea.

I modelli sono stati sviluppati con l’ausilio dell’apprendimento automatico sulla base di set di dati esistenti rilevati con censimenti delle famiglie e dati risultanti da osservazioni della terra. Risultato dello studio: nel 2020 solo una persona su tre nei Paesi con redditi bassi e medi aveva accesso all’acqua potabile. Dallo studio è emerso altresì che l’acqua potabile di quasi metà della popolazione in questi Paesi è inquinata da contaminanti fecali e un terzo delle persone deve prelevare l’acqua da una fonte comune.

Le mappe globali redatte dai ricercatori e dalle ricercatrici mostrano dove più spesso manca un accesso all’acqua potabile e sicura: nelle aree rurali dei Paesi a basso reddito con alte temperature e forte variabilità stagionale delle precipitazioni. Secondo le mappe in vari stati africani dell’area sub-sahariana meno del dieci percento della popolazione dispone di acqua potabile. «Stimiamo che in tutto il mondo oltre quattro miliardi di persone non abbiano un’adeguata fornitura di acqua potabile», riassume Greenwood. Trattasi di un risultato degno di nota, dal momento che questo dato è più del doppio di quanto finora era stato stimato dall’OMS e dall’UNICEF, che gestiscono un programma comune per il monitoraggio dell’acqua potabile. «Pertanto, il numero di persone il cui diritto umano fondamentale di usufruire di acqua potabile non viene garantito, potrebbe essere di gran lunga sottostimato», dichiara la scienziata.
 

La combinazione di censimenti delle famiglie e dati di osservazioni della terra

Per il loro studio i ricercatori e le ricercatrici hanno attinto da un lato ai dati che l’UNICEF ha rilevato in occasione di un sondaggio che ha coinvolto oltre 60'000 nuclei familiari in 27 Paesi tra il 2016 e il 2020. I ricercatori e le ricercatrici si sono basati su queste informazioni: quale tipo di fonte di acqua potabile usavano le famiglie intervistate e dove era ubicata la fonte, se le famiglie dovevano far fronte alla scarsità di acqua e se l’acqua era libera da contaminazioni fecali. Dall’altro lato, i ricercatori e le ricercatrici hanno usato anche i geodati sulla base di osservazioni satellitari, nonché dati di osservazioni della terra sia spaziali che terrestri che sono disponibili a livello mondiale. «Questo approccio è nuovo nel nostro settore», afferma Greenwood: «abbiamo collaborato con il personale addetto alla ricerca del Crowther Lab dell’ETH di Zurigo, che utilizza le osservazioni della terra e altri set di geodati per ricavarne modelli globali nell’ecologia.»

La disponibilità, l’accessibilità e la qualità dell’acqua potabile dipendono infatti da svariati fattori ecologici e socio-economici. A giocare un ruolo importante sono ad esempio il clima, la geologia, la vegetazione, ma anche la densità della popolazione o la percentuale di terreno agricolo, di aree urbane e boschive. «Inizialmente siamo stati per così dire di manica larga e abbiamo selezionato oltre 100 variabili che pensavamo potessero essere rilevanti per l’acqua potabile perché correlate al ciclo dell’acqua o a fattori umani come l’urbanizzazione», spiega Greenwood. Così i ricercatori e le ricercatrici, con l’ausilio dell’apprendimento automatico, hanno realizzato un modello che hanno addestrato con i dati relativi al sondaggio delle famiglie sull’accesso all’acqua potabile. Nei passaggi seguenti hanno quindi ridotto il numero di variabili nel modello da 117 a 39.

«Con il nostro approccio non possiamo dedurre nessi causali», spiega Greenwood, «ma possiamo vedere ad esempio che i fattori climatici hanno giocato il ruolo principale nella previsione della qualità microbiologica dell’acqua potabile.» Ciò è in linea con i risultati della ricerca, che dimostrano che forti precipitazioni o alte temperature possono causare un aumento della contaminazione microbiologica dell’acqua potabile, in particolare nelle zone a basso reddito. Fattori umani quali la densità della popolazione o la percentuale delle superfici edificate sono stati invece i più significativi per pronosticare l’accessibilità a una fonte di acqua potabile. E le variabili che descrivono la vegetazione locale sono state le più importanti per la previsione della scarsità di acqua, il che sembra indicare che la carente disponibilità di acqua per le piante potrebbe essere correlata alla scarsità di acqua per le persone.

Stime calcolate per 135 Paesi

Il modello principale che è stato elaborato stima quindi la percentuale di persone in una determinata regione che ha accesso all’acqua potabile e sicura. Mediante la combinazione di set di geodati disponibili a livello mondiale e censimenti delle famiglie in 27 Paesi, sono state calcolate stime per 135 Paesi dei quali all’incirca la metà non disponeva ancora di stime nazionali precedenti.

«Lo studio dimostra quanto siano ancora lontane determinate aree dall’avere un accesso all'acqua potabile e sicura per tutti», fa sapere Greenwood, che spera anche che le nuove conoscenze aiutino a identificare meglio la situazione attuale a livello mondiale e, di conseguenza, a pianificare e destinare meglio gli aiuti finanziari. «Io ritengo che il nostro studio possa contribuire a rafforzare la consapevolezza riguardo alla situazione dell’approvvigionamento dell’acqua potabile nei Paesi con basso e medio reddito e a mostrare dove occorrono rilevamenti di dati e investimenti finanziari per migliorare le condizioni.»
 

Il direttore dell'Eawag Martin Ackermann sullo studio

“Il fatto che così tante persone nel mondo non abbiano un accesso ragionevole all'acqua potabile deve farci riflettere. Le lunghe distanze dalla fonte d'acqua più vicina e l'acqua inquinata sono le cause principali di molte sofferenze e malattie. Tutto questo potrebbe essere evitato. Noi di Eawag perseguiamo due obiettivi con la nostra ricerca.

Prevenzione: le risorse idriche devono essere protette meglio. In molti luoghi l'acqua dei fiumi o dei laghi è sufficiente, ma è talmente inquinata da non poter essere utilizzata come acqua potabile. Le misure precauzionali per l'acqua potabile comprendono anche un'adeguata gestione delle acque reflue, poiché le acque reflue trattate in modo inadeguato o le perdite delle reti fognarie sono una delle principali fonti di inquinamento dell'acqua.

Trattamento: dobbiamo sviluppare e diffondere metodi che consentano un trattamento e una distribuzione sicuri dell'acqua. Tali metodi devono funzionare anche in condizioni climatiche mutevoli e in circostanze socio-politiche in costante evoluzione. Nei luoghi in cui l'acqua scarseggia, anche il trattamento delle acque reflue leggermente contaminate può essere una soluzione.

La ricerca della Eawag per un accesso all’acqua potabile e sicura in tutto il mondo

Con le sue attività di ricerca, la Eawag contribuisce a raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Developement Goals SDG) delle Nazioni Unite. Il nostro lavoro naturalmente supporta in primis l’obiettivo 6: acqua potabile e strutture igienico-sanitarie per tutti. Molti progetti di ricerca contribuiscono comunque anche alla realizzazione di altri obiettivi. Scoprite maggiori informazioni sulla nostra ricerca per gli OSS e su progetti concreti che sviluppano soluzioni per rendere l'acqua potabile sicura e alla portata di tutti. Molti progetti di ricerca contribuiscono comunque anche alla realizzazione di altri obiettivi. Scoprite maggiori informazioni sulla nostra ricerca per gli OSS e su progetti concreti che sviluppano soluzioni per rendere l'acqua potabile sicura e alla portata di tutti. Ulteriori informazioni sono disponibili nella nostra “Infotag-Magazin 2023: Wasserforschung für nachhaltige Entwicklung” e sui nostri siti web Acqua potabile - Mantenere la qualità dell'acqua potabile e Acqua e sviluppo - Acqua potabile sicura e servizi igienici completi.

Immagine di copertina: Persone a Dulecha Tibirako, Etiopia, che raccolgono l'acqua per il fabbisogno domestico (Foto: Anna Wettlauffer).

Pubblicazione originale

Greenwood, E. E.; Lauber, T.; van den Hoogen, J.; Donmez, A.; Bain, R. E. S.; Johnston, R.; Crowther, T. W.; Julian, T. R. (2024) Mapping safe drinking water use in low- and middle-income countries, Science, 385(6710), 784-790, doi:10.1126/science.adh9578, Institutional Repository

Cooperazioni

  • Eawag
  • Crowther Lab, ETH Zürich
  • UNICEF
  • WHO
  • Schweizerischen Tropen- und Public-Health-Institut
  • Universität Basel.